Alcuni momenti dell'incontro socio culturale del 24 giugno 2016 alla Bulesca.

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UN’ALTRA BELLISSIMA SERATA ALLA BULESCA
Anche questa volta Carla e Giovanni ci hanno voluto stupire con una serata caratterizzata da buon gusto, cultura e charme, all’insegna della moda più raffinata. In collaborazione con l’Istituto Ruzza, rappresentato dalla Preside, Anna Maria Addante, dalla Prof.ssa Silvia Tebaldi e dal Prof. Livio Billo (già insegnante di storia dell’arte presso l’Istituto) sono riusciti a coniugare arte e moda, mettendo in evidenza gli stretti legami esistenti fra i due ambiti e già resi espliciti nel titolo dato all’evento: “Il filo, la tela, connessione”, dove la connesione è rappresentata dall’assioma “La moda è arte”.
L’incontro è iniziato con una sfilata di vestiti integralmente “made in Ruzza”. Quattro affascinanti allieve dell’Istituto hanno portato in scena, sotto la sapiente regia della Prof.ssa Tebaldi, 12 modelli realizzati dagli allievi dell’Istituto, che ne avevano disegnato anche le stoffe. Da notare che l’Istituto ha recentemente organizzato a Palazzo Moroni un’analoga sfilata, presentando ben 98 abiti concepiti e prodotti nel corso dell’attività didattica.


Aimage002l termine della sfilata, che è stata accompagnata da scroscianti applausi, il Prof. Billo ha guidato i presenti in una coinvolgente galoppata (i tempi del ristorante non hanno permesso un’andatura più adeguata) nel mondo della moda, visto con gli occhi degli artisti che l’hanno celebrata.
Nel Suo rapido excursus, è partito dalla celebre Venere di Willerdorf, rinvenuta in Austria e risalente al 24.000 a.C. La statuetta, di 11 cm di altezza, oltre che per le forme opulente, si caratterizza per la velatura del volto, indice o di un’acconciatura particolarmente elaborata dei capelli o di un primitivo copricapo. In entrambi i casi, lo sconosciuto artista del paleolitico ha posto l’accento su un elemento di valore puramente estetico, anticipando un approccio rappresentativo che diventerà usuale in civiltà a noi più vicine, Assiro Babilinesi, Egizi, Greci, Romani, etc.
In secoli meno lontani la rappresentazione pittorica di abiti particolarmente ricercati diventa la norma per artisti come il Pisanello, Tiziano e molti altri ma era volta a sottolineare l’importanza del personaggio rappresentato.
Per giungere alla trasposizione pittorica fine a se stessa dell’abito sarà necessario attendere la Belle Epoque e, poi, l’impressionismo, con le opere di pittori come Monet, Renoir, Manet, Toulouse-Lautrec.
Infine, ai primi del ‘900, assistiamo alla completa saldatura fra arte e moda, quando lo stimage004ilista francese Paul Poiret affiderà a pittori famosi l’illustrazione delle sue creazioni. L’abito diventa quindi un oggetto artistico, al pari di una scultura o di un quadro, e dimostra che l’uomo, abbandonato lo stato animale, è diventato portatore di impulsi trascendenti che lo spingono a trasformare la natura con le proprie mani, adeguandola al proprio senso estetico.
Nel ringraziare il Professor Billo per la sua interessante ed originale esposizione il Presidente, Gen. Giovanni Angileri, ha fatto un cenno, necessariamente sintetico, al Suo brillantissimo “cursus honorum”, che lo qualifica come uno dei massimi esperti nei settori della storia della moda e dell’arte.
(Roberto Giacalone)