Gli antichi identificavano nel MAGO un individuo che aveva la capacità di dominare le forze della natura mediante il ricorso ad arti occulte di genere malefico (magia nera) o benefico (magia bianca). Una figura che, nel corso dei millenni ed a seconda delle culture, è stata oggetto di valutazioni opposte; ora considerata portatrice di conoscenze superiori, ora rifiutata come impostura e condannata dalle autorità civili e religiose. “Né vi sia tra voi chi … faccia uso dei sortilegi, né chi consulti gli astrologi, né cerchi di sapere dai morti la verità” (Deuteronomio XVIII 10-11). Comunque sia, rifiutata o pienamente accettata, dalla Cina di Confucio all’India del Rigveda, dalla Persia di Zoroastro all’Egitto di Ermete Trismegisto ed anche dalla “logica” Grecia sono giunti sino a noi testi che riportano studi sulla magia e sulle sue potenzialità.
Sia bianca o nera, era un’arte che, secondo gli etnologi, rappresentava comunque il tentativo dell’uomo primitivo di controllare le forze della natura e, come tale, ha preceduto anche la nascita delle religioni. Ma mentre le religioni presuppongono l’esistenza di esseri superiori che governano la realtà ed il sacerdote è in colloquio con il “mana”, la forza sovrannaturale, la magia rappresenta il tentativo umano di governare la stessa realtà e, a questo scopo, il mago è capace di piegare le forze della natura e, quindi, la forza del mana.
Questa contrapposizione spirituale e l’affermarsi delle religioni monoteiste, portò, nei secoli, al progressivo irrigidimento delle posizioni contrarie alla magia che trovarono nel medioevo la loro massima e generalizzata affermazione con l’accensione di innumerevoli roghi, destinati a “purificare” gli empi.
Solo nel Rinascimento, soprattutto per suggestione della tradizione neoplatonica, la magia torna a proporsi come forma di conoscenza, collegata con l’astrologia, che permette un rapporto privilegiato con le forze che reggono la natura.
Infine, sarà con l’illuminismo, cioè con l’affermarsi di un pensiero scientifico, razionalistico, matematico e sperimentale, che il termine “magia” assumerà sempre più spesso il significato deteriore di “pratica priva di fondamento, se non fraudolenta”.
Peraltro, sopravvivranno ambiti ristretti che continueranno a coltivare e credere nell’occulto. Il libro “Il vangelo delle streghe”, tratta della magia popolare nell’Italia della fine del 1800 ed è stato scritto da Charles Leland, uno studioso irlandese trasferitosi a Firenze nel 1888, dove resterà sino al sopraggiungere della morte, nel 1903. Riporta le “confessioni” di una chiromante italiana che aveva raccolto in un manoscritto tutte le tradizioni dei tempi remoti di cui era a conoscenza e credenze che configuravano un singolare intreccio di paganesimo e cristianesimo, in cui le antiche divinità dell’Olimpo convivevano con le figure classiche di santi e angeli. E’ un panorama che spinge Leland a dire “In Italia c’è un gran numero di streghe o indovine, che leggono le carte, inscenano strane cerimonie in cui si ritiene siano invocati gli spiriti, costruiscono e vendono amuleti, …”.
Certo, pensando ai tanti portachiavi a forma di ferro di cavallo ancora oggi in circolazione, o al numero di persone che (facendo finta di nulla) leggono l’oroscopo … non si può sicuramente dire che il “raziocinio illuminista” abbia definitivamente vinto la sua battaglia!
Comunque si può ritenere che oggi il numero degli adepti alle pratiche magiche sia estremamente ridotto e che il “Mago” si sia trasformato in un uomo di spettacolo che con i suoi trucchi cerca di stupire, spesso riuscendoci, gli spettatori. Il più famoso in assoluto è stato sicuramente Houdini, che con le sue performances ha lasciato senza fiato il pubblico di fine 800 e dei primi del 900. Suoi degni successori a noi più vicini sono David Copperfield e, attualmente, Steven Frayne, in arte Dynamo.
Ma, lasciando le notazioni storiche, veniamo alla serata dello scorso 13 ottobre. Carla e Giovanni sono riusciti a trasformare le accoglienti sale del Ristorante La Bulesca nell’incantato Castello di Hogwarts e per animarlo, non potendo utilizzare il suo abituale residente Harry Potter, hanno chiamato Roby Gordon, un mago noto in ambito internazionale. Un Artista (l’A maiuscola non è un refuso ma un dovuto riconoscimento alla sua professionalità) molto ricercato che si esibisce in nights e locali alla moda di tutta Europa e che ha partecipato ad importanti convegni internazionali, ottenendo significativi riconoscimenti.
Per esigenza di sintesi, ricordiamo unicamente che si è aggiudicato il Premio Internazionale Michelangelo, un “contest” ideato non solo per premiare grandi artisti ma anche per promuovere e valorizzare l’arte a livello qualitativo e le esperienze nazionali ed internazionali degli artisti partecipanti.
Nel corso della serata alla Bulesca, Roby Gordon ha stupito ed entusiasmato i presenti con le sue funamboliche “magie” con le carte che, se hanno meritato scroscianti e convintissimi applausi, hanno anche convinto tutti … sull’opportunità di evitare accuratamente di incontrarlo come avversario ad un tavolo da Poker!
Ovviamente la serata è stata coronata dai soliti “incantesimi” compiuti dallo chef del Ristorante, che ha saputo offrire a tutti i commensali pietanze, se non magiche, sicuramente prelibate.
(R. Giacalone)